Prequel di tutto quello che riguarda l’universo creato da Gene Roddenberry e delle avventure dei coraggiosi membri della Federazione dei pianeti, che finisce per trasformarsi in un sagace reboot. L’infanzia e gli anni dell’accademia del futuro capitano James T. Kirk vengono messi al centro di una pellicola, nella quale s’intercalano frammenti di narrazione provenienti da vari episodi della serie originale e dei film da essa generati. Per rendere più intrigante la vicenda viene aggiunta l’imprevista intrusione di un’astronave giunta dal futuro, guidata dal Romulano Nero, un folle determinato a distruggere il giovane Kirk e i suoi altrettanto giovani compagni, incurante del disastro temporale che si andrebbe a provocare. Lo Spock della linea temporale originale, riuscito a valicare anch’egli la soglia del tempo, accorre giusto in tempo per evitare che il futuro subisca uno scossone troppo violento; ma non a evitare le variazioni che muteranno i destini degli uomini dell’Enterprise.
Una classica vicenda trekiana s’inserisce a una serie di intelligenti trovate – su tutte lo stupefacente finale che riapre ex novo la serie – di narrazione (lode necessaria per Alex Kurtzman e Roberto Orci, entrambi cresciuti in prodotti televisivi – Xena: Warrior Princes e Alias – per poi approdare a progetti di classe A come Transformers, 2007 di Michael Bay); che J. J. Abrams (Armageddon, 1998 di sempre di Bay e la serie Lost in televisione) governa con grande equilibrio e mestiere. Se la fotografia e gli effetti speciali sono eccellenti e non mancano di stupire, il vero colpo di genio visuale sta nelle scelte perfette di casting: è difficile non ritrovare nei giovani attori utilizzati, gli stessi volti dei protagonisti della celebre serie classica – in particolare Zachary Quinto (Heroes in TV) nella parte di Spock. Inoltre, le prove interpretative offerte sono eccellenti e quella magia che Star Trek sprigionava da un ben più piccolo schermo televisivo sembra rimaterializzarsi, afferrando il cuore dei fan (e degli amanti del buon cinema) per riportarlo ai tempi che furono, quando la televisione era in grado di sfornare prodotti di primissimo livello.
E in tutto questo, la presenza di Leonard Nimoy appare semplicemente fondamentale nella sua perfezione, in grado, all’interno di un finale già ricco di pathos, di regalare uno dei più felici addii della storia del cinema.
The post Star Trek (2009, J.J. Abrams) first appeared on Darkitalia ∵ Music & People ∵.
